DIO PROPONE IL SUO AMORE A TUTTI
Ecco alcune domande che spesso vengono poste alla Chiesa:
- un transessuale può essere battezzato?;
- un transessuale può essere padrino o madrina di battesimo?;
- un transessuale può essere testimone di un matrimonio?;
- due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?;
- una persona omoaffettiva e che convive può essere padrino di un battezzato?;
- una persona omoaffettiva e che convive può essere testimone di un matrimonio?”
Il Dicastero per la Dottrina della Fede, in risposta a dei quesiti di un Vescovo, ha dato la risposta a queste domande con un documento, firmato dal cardinale prefetto Fernández e controfirmato da Papa Francesco, il 31 ottobre 2023.
Ecco una sintesi di tale risposta, mentre il documento integrale è anche sul questo mio sito personale
- Le persone transgender possono ricevere il battesimo “alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli”.
- Nel caso di bambini o adolescenti con «problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, possono ricevere il Battesimo… Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica».
- Le persone transgender possono fare da padrino, madrina e testimone di nozze, e questo vale anche per uomini gay e donne lesbiche “a determinate condizioni…La prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo, di indebite legittimazioni o di un disorientamento in ambito educativo della comunità ecclesiale».
- Una persona omoaffettiva e che convive può essere padrino di un battezzato, basta che conduca «una vita conforme alla fede».
- E nulla osta a una persona omosessuale a «essere testimone di un matrimonio».
NB: Da rilevare da parte mia:
- In generale i Sacramenti non devono essere visti come un diritto acquisito, ma come una grazia, un dono, se visti in questa prospettiva allora si capisce il carattere di gratuità, se ne capisce il senso e se ne sperimenta l’efficacia.
- Per ricevere i Sacramenti, due sono le condizioni che valgono per qualunque altro fedele, non solo per i transessuali: evitare lo scandalo pubblico, e assicurare un’adeguata preparazione e una predisposizione circa cosa si sta per ricevere.
- In ogni caso non si deve mai dimenticare l’aspetto della fedeltà dell’amore incondizionato di Dio, capace di generare anche con il peccatore, un’alleanza irrevocabile, sempre aperta ad uno sviluppo, altresì imprevedibile.
- Pertanto, nei confronti degli transessuali e le persone omoaffettive, la Chiesa Cattolica non fa: 1) alcuna discriminazione, 2) nè preferenze, come anche attestano gli Atti degli Apostoli: «Dio non fa preferenza di persone» (At 10,34), 3) né sconti,
ma richiede, ad essi, quello che è richiesto ad ogni persona, che vuole accogliere e vivere la fede cristiana con l’aiuto della grazia divina e l’impegno personale.
E quello che è richiesto ad ogni persona, che vuole vivere la fede cristiana, sono quei princìpi-guida indicati dal Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 2357-2359) e che, in base al pur diverso stato di vita di ciascuno, sono applicabili a ogni fedele cristiano: la castità, la preghiera, la grazia sacramentale, la chiamata «a realizzare la volontà di Dio nella loro vita» (CCC, 2358) e «a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione» (ibidem).
In conclusione, non mi sembra di ravvisare pertanto alcun cambiamento rispetto alla dottrina cattolica proclamata nel passato dalla Chiesa, e, neppure, rispetto a quanto scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica.